La strada e' mia 
L'iilusione che quando mettiamo al mondo un figlio sia cosa nostra come si pensa di solito, colui che vivrà secondo i nostri dettami, inculcheremo le regole secondo le quali si farà si che abbiamo costruito un buon cittadino etc etc.

Le regole cambiano se e' un maschio o una femmina, chiare e precise e guai a ribellarsi, così e' stato per millenni a nessuno e' venuto mai in mente che una nuova persona e' tutta nuova, non il prolungamento del generatore di vita.

Secondo me il buon genitore e' quello che aiuta a scoprire quali sono i doni, asseconda o ferma a seconda del momento ma fondamentalmente sostiene ogni passo del figlio.

Io ero femmina in un tempo di crescita in cui al maschio era concesso tutto o quasi ma al sesso femminile venivano imposte regole chiare e precise di comportamento che la società richiedeva se volevi essere un buon genitore e una brava figlia.

Ci passi una vita a fare la brava figlia poi la brava moglie secondo i dettami del tempo in cui vivi e poi ti ritrovi sola.

Niente marito o genitori a cui rendere conto di ogni tua azione, non hai più osservatori della tua vita.

Appena morto mio marito e per svariati lunghi mesi prima di ogni azione mi chiedevo se sarebbe stata approvata o meno, e modificavo il comportamento in base al giudizio che sapevo bene quale fosse.

Ho impiegato 5 anni prima di fare le cose senza chiedere l'approvazione di qualcuno non più visibile, e quando pensavo di aver raggiunto un certo grado di autonomia, l'ultimo genitore muore ed io ho pensato per giorni che avrei dovuto ricominciare tutto.

La febbre mi ha impedito di pensare poi e' passata e mi sono trovata libera.

Dice e l'ho scritto altre volte che spesso le vedove muiono perche' non sanno affrontare la libertà, perchè non ci sono abituate ed e' il motivo per cui i vedovi velocemente spesso si risposano... la gestione della libertà come persona libera dal giudizio della crescita nel corso del tempo.

Io non ho avuto paura della mia libertà e nemmeno di quella genitoriale e quindi con la consapevolezza che tutto e' servito a farmi diventare quella che sono e' tempo di vivere serenamente con me per me.

Il telaio lo volevo per capire come si vivrebbe se le macchine non fossero state inventate a tessere tessuti, un salto nel passato, bello, bella la mia casa d'infanzia dove ho fatto un passo indietro da sola per scoprire quanto importante fossero le mie radici oggi.

Il telaio e la casa di nascita sono il passato possono convivere ma sono nel mio presente proiettata nel futuro perchè la mia strada e' ancora ricca di esperienze da vivere. Il passato può funzionare ma non tornare, con il telaio ci gioco, la vecchia deliziosa casa sarà lì a ricordarmi un tempo passato ma io parto me ne vado nel futuro o meglio metto un passo dietro l'altro verso il mio futuro.

Per guardare avanti e percorrere al meglio la propria strada vanno lasciati andare i ricordi, tutto ha il suo tempo meglio non sprecarlo a cercare di ricreare palliativi di un già vissuto!

Partiamo per un 2018 tutto da scoprire e' come l'ordito del telaio mica sai che ne nascerà !



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La febbre 
Il corpo sa cosa e' bene per il tuo spirito o viceversa, ancora non lo so, ma so che il mio ha ancora un'ottima funzionalità da questo punto di vista.

La febbre denominata influenza e' arrivata al ritorno dalla mia casa in Umbria. Quella che solo 15 giorni fa era la casa della mia infanzia, la mia tana sicura in cui tornare a leccarmi le piume stropicciate dalla vita di tutti i giorni è diventata mia e ha perso la sua connotazione originale.

Non e' più il porto sicuro ma un altro posto da amministrare, due notti ho dormito da sola, e non pensavo mai, mi sono immersa nel cielo e nei prati, mi sono goduta l'alba e il silenzio, ti eri anche dimenticata che abitando lungo la provinciale le macchine non smettessero mai di muoversi nemmeno a notte fonda e ti hanno tenuta compagnia. In pochi giorni si è frantumato un altro pezzo di vita lungo 61 anni.

In 5 anni tutte le mie certezze si sono sgretolate, sono alla fine rimasta come una piantina solitaria su una zolla di terra mi sono sentita orfana e sono crollata e benedetta la febbre che per 3 giorni non mi ha fatto pensare a niente ha fatto da spazzino alle mie angoscie.


Alle 6 la voce l'ho sentita chiara " che fai ...tirati su... il mio corpo e il mio spirito si sono parlati non erano d'accordo sul come vivo la cosa, ma e' bastato per farmi alzare qui la cosa va analizzata mi sono detta aprendo gli occhi.

Niente ti fa capire che sei adulta quando non hai più radici e nessuno parla più la tua lingua ne' i genitori che conoscevano la tua storia, nè un marito con cui avevi percorso tutto un lungo cammino...sola tu e tu nessun altro, perchè figli e nipoti parlano con te un'altra lingua, dove tu guidi ancora i tuoi passi con loro ma non conoscono niente di quello che eri e perche' sei come sei.

La morte e' il modo in cui la vita cambia le carte in tavola, sempre ovumque e con chiunque, tu puoi fare due cose o accetti il cambiamento o diventi il prossimo cambiamento morendo. Non c'e' ragione di morire, ma solo accettare il cambiamento e benedici la febbre, che per qualche giorno ti impedisce di prendere decisioni ma che vanno prese per gioco forza.

Detesto la frase "vivi per i tuoi figli e nipiti" io voglio vivere per me per la mia storia non per quella degli altri, i motivi per vivere li devo cercare per me non per gratificare gli altri perchè la storia si costruisce con i nostri sogni e desideri e mi sa tanto che io ne ho ancora da realizzare prima di diventare un mutamento della vita.

La febbre mi ha resa insieme fragile, incapace di stare anche in piedi e mi ha permesso di comprendere che nessuno sa quando può succedere l'imprevisto che ti porta alla morte e quindi invece dei lamenti sarà il caso di accettare perchè e' un dato di fatto che un genitore debba passare oltre prima di te, forse non e' nella logica perdere l'uomo che ami a 56 anni ma va bene anche quello se fa parte del mutamento.

la voce mattutina ha ragione, quello che sto facendo non ha senso, perchè l'istinto e' stato di arrendermi di non vedere il bello che mi attende ancora, e non di riflesso dalla vita degli altri ma quello che ancora io so costruire e dimostrarmi di saper fare.

Devo riprendere im mano di nuovo il puzzle perche' me l'hanno fatto cadere, alcune tessere sono andate perdute ma altre sono intatte e da quella principiale che si chiama fede, speranza, carità ovvero da me stessa e dal mio credo nella vita si ricomincia più ci penso e più tardi inizio e non è il caso, mi devo muovere ed in fretta che non vorrei essere la prossima carta del cambiamento di qualcuno e non aver finito il mio puzzle, l'ultima tessera la voglio mettere io!

TORNO A TESSERE LA MIA VITA, un po' più ricca o un pò più povera, non lo so, ma di certo è che sono io la tessitrice della mia vita nessun altro, dovrò di nuovo creare un disegno diverso da quello che volevo e speravo ma devo comunque risvegliarmi e darmi da fare o niente andrà avanti.






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La casa d'infanzia 
Il vero dolore di quando mi sono sposata e' stato lasciare la mia casa, quel posto a protezione dove dormivi sonni sereni. Ci sei tornata tante volte negli ultimi quanrantanni, ci ha cresciuto i tuoi figli di sabato e domenica e i 15 giorni d'estate. Era viva e vitale, con mia madre e mio padre al timone del tutto, poi e' rimasto solo papà che è diventato padre e madre; poi sono rientrata da sola, in una casa ordinatissima fino all'inverosimile ma vuota. Il vuoto assoluto, che nemmeno il crepitare del ceppo nel camino rendeva viva.

La prima settimana da sposata a Roma mi mancava l'aria, di aprire una finestra e vedere la catena dell'appennino, il sole sorgere, gli uccelli volare, sentire i rintocchi delle campane della vicina chiesa che solo di sabato sera si animava e chiamava a raccolta, ma sopratutto mancava l'aria piena di ossigeno, l'acqua delle sorgenti allora incontaminate.

L'ho amata quella casa, desiderata e nella mia mente niente e' cambiato, ora e' solo mia, non so nemmeno come mantenerne le spese perche' la vita ha fatto altri giochi da quelli che speravo io, come sempre.

Eppure mentre buttiamo come da richiesta gli abiti di mio padre ( mi chiederò sempre come sia possibile buttare tutto in un paio d'ore ), cerchiamo documenti, prendiamo i dati per staccare il telefono per abbassare i costi di mantenimento, io so e accetto il fatto che non si può tornare indietro, la mia vita non è lì. Tornerò spesso per gioco forza perche' una casa di campagna, cielo terra, che non ha vicini, ha bisgono di mille attenzioni, guardavo i noccioli che avevano messo le prime infiorescenze e ho pensato che niente si ferma, ma andranno curati anche quelli.


In 5 anni tutto quello che era per me un porto sicuro si è sbriciolato e ti rendi conto che non piangi la partenza delle persone ma piangi per il cambiamento della tua vita un'altra volta.

Quello che cambia la morte non ci riescono i vivi nemmeno se si impegnassero notte e giorno, tutto crolla in un istante e tu resti nuda e sola a guardarti intorno e puoi solo prenderne atto.

Piangi anche le lacrime che non hai potuto piangere prima per tuo marito, perchè non potevi permettere che il dolore fermasse la vita di 4 famiglie, e piangi senza preoccuparti di niente.

Torni a casa arriva il 39 di febbre ma lo sai che è il tuo fisico tanto provato dagli ultimi mesi che ti ferma per farti respirare di nuovo e accetti anche quella.

Mi riposerò il tempo che serve poi però so che la vita che mi sono costruita mi piace tanto e per un po' di tempo potrò scappare nella casa della mia infanzia se i carichi del quotidiano si faranno troppo pressanti.






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E un altro anno se ne va 
Niente bilanci, e' un altro anno vissuto giorno per giorno, lotta per lotta.

Mi ha resa orfana, mi ha dato tanti guai, mi ha fatto assistere a tante scelleratezze umane, come se fare a pezzi, uccidere, far saltare in aria, distruggere le speranze fosse in ascesa.

Eppure sono stati 365 giorni di albe e tramonti, di caldo infernale, di giorni miti, e' stato un altro giro della ruota della vita.

Il giorno peggiore sarà oggi che seguirò di nuovo una bara, anche se non dirò una parola, so già che io farò qualcosa di sbagliato per gli occhi degli altri.

Eppure in tutto questo sono grata di averli potuti vivere, il grande cambiamento continua, non ci sono più giorni di speranza per me, ogni tanto combatto per prendermene una fetta di serenità ma alla fine la morte e i guai che porta dopo vincono sempre.

Quando perdi il tuo compagno di una vita per la vita, niente e' più come prima, lotti, ti arrabatti per costruirne un'altra, meno bella, più di solitudine e di lotte ma tanto alla fine non serve a molto.

Mi vorrei arrendere, ma non posso, perchè in fondo a me, nel profondo c'e' ancora una gran voglia di albe e tramonti, di emozionarmi di fronte al volo di una farfalla o di un uccello, ma i guai che la morte porta sono dominanti.


Mi sono stancata della morte in visita, dei grandi cambiamenti del dolore in cui annaspo ogni giorno eppure so che sono la prova della mia vita.

Unica consolazione, ho l'anima in pace, ho fatto sempre quello che richiedeva il mio ruolo, brava figlia, brava moglie, brava madre, brava e attenta sostenitrice nel condividere la mia passione nella maglieria , ma per me di ritorno poco o niente, spesso l'essere considerata solo di servizio e sempre a dover comprendere gli altri, mai uno sforzo a comprendere me.

Oggi seguo un'altra bara, un altro scenario di cambiamento di vita, domani inizio un nuovo anno più sola, perche' mi sento nuda e sola come il giorno della mia nascita ...domani mi metto un vestito, devo di nuovo rinnovare la mia vita eppure in cuor mio so che sto facendo un viaggio meraviglioso. Esperienze su esperienze per passare oltre anch'io in pace con me stessa e pronta ad abbracciare una nuova avventura nell'eternità, perche' oltre ai credi delle diverse religioni, io so nel mio profondo che niente finisce e che dovrò fare i conti solo con me stessa.

Accompagno un'altro contenitore, ma lo spirito e' già libero e' solo una formalità per un corpo che ha accolto uno spirito che ha lottato, amato, sofferto, insomma ha vissuto la sua esperienza. Il cuore mi si spacca, non so se ce la farò a crollare, ad urlare al cielo che sono stanca ma grata alla vita affronto anche questa.

Buon nuovo anno a tutti gli abitanti del pianeta terra, tanto siamo qui solo di passaggio e mi piacerebbe che si cercasse di vivere sempre meglio, ma non ci riusciamo proprio, ma la speranza non muore lo dicono anche le statistiche, il 62% delle popolazioni spera ancora in meglio, io sono nella percentuale.

Buon fine anno, e un 2018 pieno di speranza e voglia di fare qualcosa di buono e di bello per tutti!

Buon viaggio a mio padre con una unica parola che racchiude tutto...grazie!



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L'attesa di Babbo Natale 
Io a Babbo Natale ci credo non ho mai smesso di credere alla magia del Natale, a quel qualcosa che rende tutto speciale e il regalo non è detto che non ci sia veramente.

Di solito succede sempre qualcosa o trovo quello che ho cercato per tutto l'anno all'improvviso come se si attivassero energie che prima non c'erano.

Quest'anno io sono il mio babbo natale, un passo importante anche per la spesa, in altri tempi l'avrei chiamata piccola follia, non questa volta, ora mi serve qualcosa che mi aiuti a superare un altro momento difficile ora e ancor di più fra qualche tempo.

Io non sono da gioielli, da cose effimere che metti nel cassetto, non c'e'il bisogno di possedere ma di avere strumenti per rendermi felice.

Le macchine e i filati sono stati nel loro acquisto carezze per il cuore negli anni difficili della mia vita, ora si torna indietro per guardare avanti con più forza e si acquista un telaio.

Volevo un telaio classico ed e' finita che alla fine ne ho preso uno verticale che posso portare dove voglio che mi permetterà di fare esperienza di base e capire se veramente nascerà un nuovo amore o se e' solo un'illusione del momento.

Lo spirito e' insaziabile vuole sfide sempre nuove e più nuova di tornare al passato riveduto e corretto non ne ho trovate.

La macchina della maglieria e' un evoluzione del telaio, la necessità di modellare, di fare prima ma l'idea di giocare con la trama e l'ordito mi elettrizza, sopratutto pensare che se e' una bella giornata posso andare sul balcone o portarlo dove voglio mi ha condizionato nella scelta e ne sono contenta.

Nuove sfide man mano che il mio fisico invecchia, rallento le corse che non posso più fare ma la mente e le mani elaborano nuovi progetti adatti all'età del fisico non risparmiato dalla fatica negli anni.

Non andrò mai in pensione a veder scorrere il tempo, io il tempo lo devo sempre agguantare per fare quello che voglio ma in quei momenti mi sento una dea anche se non nasce niente e mi faccio solo le ossa.

Dice il venditore che spera di mettermelo sotto l'albero ed io sono qui a sperare che arrivi la mail con i dati del bonifico perche' c'e' ancora onestà e niente pagamenti anticipati solo quando e' pronto alla spedizione...inizia l'attesa e il controllo della posta se poi sarà la befana va bene lo stesso ma sento che sarà sotto l'albero!



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