Il terzo atto 
Tutta colpa dei miei pensieri, non c'e' modo non riesco a non pensare che il mio tempo sta finendo ma so anche che e' un pensiero sbagliato.

La mia vicina piena di salute alla morte della sua migliore amica mi disse che anche lei sarebbe morta dello stesso male della sua amica, me lo ripeteva ogni volta che ci incontravamo un anno e mezzo dopo era realtà.

Lo tengo sempre presente questo fatto, attiviamo noi e lo credo proprio gli scenari della nostra vita a parte gli imprevisti.

Sono all'inizio del terzo atto quello che di solito porta alla conclusione ma e' un atto lungo e probabilmente fantastico se non ti metti paura.

Ho bisogno degli occhiali per leggere da vicino le scritture piccole, ho meno forze ma molta esperienza, sono curiosa come un gatto piccolo e lotto per non pensare che l'atto sia breve e ringrazio la mia lungimiranza nel comprare macchine quando te le regalavano per toglierle dalle cantine.

Ho un mondo da scoprire il mio terzo atto sarà pieno di scoperte devo solo allentare i brutti pensieri e godermi il potere della mia esperienza.

Ho ripreso la Toyota, scrivendo di traforato manuale ed automatico ho bisogno di avere un'idea pratica di come reagisce la macchina.

I pensieri sulla mia fine in questa vita sono senz'altro presenti ma li sto usando come motore per far presto perchè vorrei uscire di scena con la convinzione di essere soddisfatta di quello che ho fatto.

Il più grande guaio della vita e' il potere del denaro e del possedere convinti che sia tutto lì, a me non frega niente di quanto e cosa lascio a me interessa come esco di scena io, come ho vissuto e quindi forse non e' sbagliato il pensiero del fiato della signora con la falce che mi segue molto da vicino, mi fa fare lo scatto per fare di più e meglio e fanc alle paure, essere la più vecchia di famiglia non vuol dire che mi spengo presto e quindi programmo il prossimo decennio poi vedremo per il seguente.

Libera e felice ....libera di vivere come voglio...felice di alzarmi la mattina e godermi ogni attimo. Come programma non e' male e andiamo verso il futuro tutto creativo che quello e' il mio grande dono.



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La trappola mentale 
Ci sono caduta di nuovo nelle mie trappole mentali, la paura della vecchiaia, la paura che tutto finisca troppo presto, l'angoscia dei morti, il sentirmi spesso sotto pressione per le responsabilità. Pensieri neri, pensieri che vivono con i morti più che con i vivi sopratutto se va avanti così morta ci divento io, anche se sono in piedi.

E facciamo basta, la morte e' solo un passaggio oppure la fine di tutto, non lo so, ma ognuno ha la sua data di scadenza, incambiabile, quindi siccome non so quando sarà la mia, nè ho potuto fermare quella di chi amavo più di ogni altra persona su questa terra sarà il caso di risvegliarsi o butto via il mio tempo piangendo un tempo vissuto e non è mica stato rose e fiori ....quindi animo e si torna a vivere.

Tessendo non si pensa e si svuota la mente, l'ho capito per questo continuo imperterrita, tesso le mie paure, le mie angoscie e cerco di tornare a nuova vita ...la mia !

La mia vita, quella che non ho mai avuto passata dal comando genitoriale a quello amorevole coniugale, ma sempre gli altri ad indicare la via, beh ora posso fare a modo mio.

Boucle', cotoni diversi, ciniglia per altri due teli da trasformare in un altro vestito quasi un kaftano e sopratutto pensiamo alla mia salute che sta andando a rotoli per la tristezza di cui mi circondo l'anima e la mente saluto un tempo e prendiamone in mano un altro....terzo tempo della mia vita vediamo di renderlo il più bello di tutti per la mia anima e forse renderò più bella la vita di chi mi circonda!



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Un vestito per guarire 
Lo sai bene mentre tessi che della tua vita, quella che conoscevi bene, non e' rimasto quasi nulla.

Non e' un lamento, ma una constatazione di fatto.

Tessi, fai pezzi a macchina, uncinetti e preghi perchè tu ritrovi la gioia di alzarti la mattina senza sentirti schiacciare dalle responsabilità che sono diverse dai doveri. I doveri puoi glissarli le responsabilità no.

E così presa dallo sconforto dei pesi che devo portare, tesso come una penelope del 2000 ma non disfo la tela di notte perche' non attendo nessuno e niente cerco solo di crearmi spazi in cui vivere bene.

Dovrei essere molto preoccupata e realmente lo sono, sono sola in un tempo che sarà sempre più complicato fisicamente, non vedo il sereno ma tesso come se nei fili colorati buttassi via tutte le paure.

Bella l'onnipotenza della gioventù, quassù cominci a pensarne troppe e non sono belli i pensieri ma tesso!

E piano piano mentre il vestito prende forma anche i miei pensieri cambiano se mi convinco che e' finita lo sarà sul serio, se mi convinco che ci sono poche speranze per il domani non avrò un domani con le sue bellezze e quindi dandomi della cretina continuo a tessere non aspetto ma mi dò ordini imperativi di uscire dalla profonda malinconia che mi attanaglia e tesso.

Risveglio sia quel che sia non posso farci molto per fermare quello che mi circonda ma devo ritrovare le energie per me per star bene con me e tesso!




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Un vestito a telaio 
Datemi un filo e qualcosa mi invento. Prendo spesso un filo tra le mani fa parte della mia vita. I primi fili li usavo con l'uncinetto da bambina quando non c'era l'obbligo di fare mille cose a settimana e la noia (anche della condizione di essere femmina in un tempo che era tutto un no genitoriale) ti prendeva tutti i giorni.

I primi fili me li ha regalati un'amica di mamma maglierista che faceva sempre le solite 3 cose ed io sono cresciuta pensando che una maglierista sapesse fare solo un golfino a V o a giro collo, 3 trecce, aperto o chiuso e quello era tutto per lavorare.

Pensandoci bene i fili hanno cercato me e sono loro grata perche' mi hanno fatto conoscere un mondo particolare e con l'uncinetto da bambina, poi da ragazza giovane hai creato tante cose per abbattere i momenti di noia quando tu eri già convinta che con le mani ferme non sapessi stare.

Con la macchina mi sono sfidata da adulta e poi e' arrivato lui il telaio "Ugo" come lo chiamo io, perchè se dai un nome alle cose sembrano diventare cari conoscenti.

Mica voglio diventare una tessitrice ma avere un ulteriore conoscenza dei fili e del colore mi intriga eccome se mi intriga.

La vita e' tutto un problema quotidiano, tutto un dolore di crescita da adulto, non c'e' più la noia ma se non ci fosse un filo a rallegrarmi l'anima sarebbe tutto un dovere in attesa della morte.

Non si vive di doveri di immagine pubblica, si vive secondo me di passione, quella che è una scoperta del tuo io vero, quello oltre la famiglia, il lavoro, i doveri ed anche i lutti della vita.

Diciamolo apertamente vivere non è una passeggiata e più si va avanti negli anni e più difficile diventa ma c'e' un filo che rallegra la mia esistenza.

Ne ho tanti di fili, intere rocche, solo guardarli mi entusiasmano sembrano che attendino che io dia loro vita perchè se un filo non si anima resta un filo.

Per oltre un decennio internet complice ho giocato nella rete con i fili ho trascinato tante persone nel gioco di facciamo nascere qualcosa e poi il bisogno di altri mezzi per ampliare la maglia a macchina.

Io sono uno spirito libero, devo fare quello che sento e voglio almeno con i fili e il telaio ed io abbiamo una sfida in corso.

Sto prepparando un paio di teli quanto la larghezza del telaio circa 56 cm e tesso con qualche errore da principiante due teli che formeranno la parte centrale di un vestito, una volta finito mi aiuterò con pezzi a macchina a costruire il modello, molto semplice lungo fino alle caviglie con manichina corta su una signora ben fatta nelle misure ma oggi farebbero storcere il naso perchè non sono quelle di una sardina.

Amo il mio corpo che porta a spasso il mio spirito, che è la fusione di tanti dna nella storia di famiglia, amo il mio morbido involucro che racchiude un mondo di emozioni, ogni tanto mi ricorda che invecchia ma ci pensa lo spirito ed un filo a dirgli di non mollarmi.

L'influenza e' stata tenuta a bada dalla voglia di sfidarmi sul telaio, oggi finisco il secondo telo e poi inizia la sfida di costruire il vestito, quando ho un obbiettivo a quello miro e non vedo altro.

Pensavo che tessere fosse oltre modo faticoso ed invece svuota la mente, giro dopo giro, passata dopo passata ti sembra un miracolo che sei tu a farlo...obbiettivo del telaio ampliare le mie conoscenze nel mondo dei fili, unire le varie tecniche in un caledeoscopio di esternazioni di idee.

Mi guardano strano a casa mia, mica capiscono sono però rassegnati e mentre il mondo fa paura e la rabbia prende il sopravvento sul quotidiano perchè oramai siamo prigioniere del possedere per mostrare quanto si vale, a me piace ancora stupirmi con le mie mani.



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Il potere della parola 
Pensavo ieri che siamo strani noi italiani, dateci due parole straniere di cui non sappiamo minimamente il significato e riempiamoci non solo i tg ma anche gli hobby e tutto sembra magnifico.

Parliamo e sappiamo scrivere una delle lingue più belle e ricche di sinonimi e espressioni anche nella costruzione della frase che nessuno al mondo ha, ma sono sempre più belle le parole degli altri e poi capisci perchè nessuno ti rispetta come popolo, invidiati per la grande intelligenza, per essere un museo a cielo aperto ma poi ci perdiamo nell'usare quello che e' di altri popoli, sarà dato che tutti adoravano venire da noi nel corso dei secoli.


E mentre preparo il campione e i conteggi per un modello a Kimono mi soffermo su questo... che vuol dire modello a kimono?

Kimono letteralmente indica cosa da indossare e' l'abito in poche parole, a forma di T che veste sia l'uomo che la donna giapponese e che diavolo c'entra mi sono chiesta con la lavorazione trasversale di un modello di maglia?

In teoria c'entra perchè i primi modelli a Kimono erano molto ampi nella manica fino a raggiungere il punto vita e ricordavano un po' le larghezze delle maniche dei Kimono. Ma e' sbagliato il nome mi sono detta, non rende merito ad una lavorazione che ci lascia liberi di costruire in verticale modelli molto ampi per taglie molto forti e che ha però come limite la lunghezza determinata dal tipo di filato, dal punto e dal numero di aghi della macchina.

Quello che possiamo guadagnare in larghezza lavorando da manic a manica lo perdiamo in lunghezza e ci costringe anche ad aver bisogno di mettere un bordo in seguito.

Ma la terminologia e' sbagliata nei miei modelli perchè non c'e' niente che parli di larghezza della manica che invece rispetta il normale scalfo...serve una terminologia nuova, magari straniera così colpisce di più.

Nel frattempo continuo ad utilizzarla perchè mi piace molto ed e' comodissima per portabilità sia a manica lunga che a manica corta...poi la parola mi verrà!



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