I lavori volgono al termine almeno quelli di grande fatica fisica, e' stato bellissimo, un meraviglioso periodo chiuso con un ritorno al passato, per capire che niente e' più come allora.
La cattiveria non la capisco, capisco anche di meno gli attacchi come anni fa. Non avevo capito all'inizio il senso di questa cosa che per qualche ora mi ha procurato profondo dispiacere, poi si è fatto chiaro, era per capire definitivamente che era finito e morto anche un tempo e che davvero ero cambiata.
Niente viene per nuocere, solo per fare esperienze e prendere coscienza del nuovo tempo.
Per attenuare la fatica fisica ho ripreso l'uncinetto in mano e mentre segui uno schema e ci inventi un copri tavolinetto nella tua camera, pensi che hai chiuso con il passato, la paura arriva improvvisa come una grossa domanda messa nella tua mente ...e ora che faccio?
Prima che i figli andassero, la morte bussasse e sono stata costretta ad aprire, c'era un progetto per i tempi a venire, con tutte le varianti del caso messe in conto,ma c'era.
La morte ha passato la spugna e tu ti sei ritrovata prima a combattere per non morire anche tu e poi a sbrogliare tutto quello che si lascia in questa vita e che dipende da te mettere a posto.
Nessuno sa cosa sia e come reagisci finchè non tocca a te, alla fine hai deciso che devi vivere e non sopravvivere ma c'e' tutto da costruire. Mentre l'uncinetto va, come una penna su un foglio, tu tiri un sospiro profondo e ti dici, non so cosa mi attende e cosa farò ma mi racconto una storia.
Mi racconto una storia che vuol dire ogni giorno per i giorni a venire dovrò davvero inventare e scoprire cosa voglio e cosa costruire, ogni giorno da inventare per rendermi gioiosa la vita.
Sulla carta in teoria dovrei mettermi in un angolo, quasi svanire e sostenere a comando chi ha bisogno del mio lavoro, in pratica se lo scorda il mondo che io sia una vecchia signora che non sa cosa fare e quindi ossequia gli altri per avere attenzioni, non esiste proprio.
L'ho capito quando mi hanno consigliato di pagare i familiari per farmi trattare bene, è la teoria di una conoscente, se paghi ti trattano bene. Tra tutte le teorie questa la considero insulsa e priva di ogni fondamento e non mi sento di non dire alla conoscente che in teoria io ho seminato bene e non serve pagare per ottenere quello che lei chiama riconoscenza da parte del prossimo.
Il più strano consiglio mai avuto pagare per essere amata, ma che visione c'e' della vita nella mente delle persone, io amo senza bisogno di denaro è l'unica forma che non ne richiede secondo me.
Mentre l'uncinetto va decido che io sarò presente a me stessa fino all'ultimo respiro che difenderò la mia vita per quello che è, il bene più prezioso che possieda. Il respiro che entra ed esce dal mio corpo, che gestisce il mio spirito non ha e non può avere prezzo e capisci che tu basti a te stessa, perchè hai una storia nuova nuova da raccontarti.
In questa nuova storia ci sono passioni, voglia di vivere, di mandare a quel paese chi non ti somiglia per affinità caratteriale, c'e' una casa che ami, ancora forze per non dover chiedere niente a nessuno ma anzi poter aiutare e all'improvviso mi asciugo le lacrime per quello che poteva essere e che nel bene e nel male non sarà più e davvero sono pronta a vivere a modo mio, costasse mettermi contro tutti e tutto. Le forze per raccontarmi una nuova storia ce l'ho e la morte non è detto che bussi solo per farmi male.
Il sorriso, il buon cuore, l'onestà, il tanto amore per me e da donare saranno le mie valige io parto per questa nuvoa avventura ma non c'e' posto per chi pensa che può farmi male come in passato, io sono cambiata loro no, ma io cambiata faccio la differenza. Pochi giorni di lavoro di riordino spazi e apro il laboratorio, torno in quel mondo magico di fili colorati che mi raccontano parte della mia storia e mi fanno stare bene e mi portano il coraggio per le battaglie future.
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La mia amica Maria, vicina di casa, sale con fatica appoggiata al suo bastone e al carrellino della spesa, apro la finestra per fare due chiacchiere, so che le fanno piacere.
La vita non l'ha risparmiata ma lei non si ferma, mentre il freddo l'ha chiusa in casa, mi chiede cosa ho fatto io e le ho raccontato della mia lotta a tinteggiare e a rinnovare la mia casa e mi dice che posso permettermelo, sono tanto giovane io.
Non si pensa mai che si e' giovani per chi ha molti più anni di noi, le ho sorriso, pensando che giovane davvero non mi ci sento, che mi costa tutto immensa fatica che solo io conosco fino in fondo.
Lei prende un profondo respiro per avviarsi di nuovo verso casa, ma prima ci tiene a sottolinearmi che la vecchiaia si nutre e pesa per due cose, i ricordi e lo stare ferme a piangersi addosso.
Abbiamo la stessa visione della vecchiaia, i ricordi li ho nel cuore da sfogliare come un vecchio album di foto, lo star ferma non mi appartiene per natura ma la vecchiaia quella che sfinirà il mio corpo arriverà lo stesso, fa parte del gioco di questa vita.
Mi ha dato nuove energie, la chiacchierata, quando arriva il tavolinetto per il salotto anche lui nuovo, penso che due lastre di vetro saranno da spolverare ogni giorno e sono quasi pentita, poi apro il cassetto, ho creato centrini per scaricare la fatica delle tinteggiature di sera davanti alla tv e senza averlo pensato trovano il loro posto e mi aiuteranno a spolverare di meno.
Alle volte le cose sembrano preparate prima come se si sapesse che serviranno, questo mi piace tanto come sorpresa, la vecchiaia mi fermerà ma io ho un unico scopo arrivarci mantenendo viva la mia mente, non le permetterò di perdersi in quello che e' stato ma in quello ch può ancora venire, mi rianimo e via verso i copri poltrona, la stoffa e' bella ma va curata e due copri poltrona a macchina salveranno altre arrabbiature. Non e' semplice conciliare ciò che piace e il preservarlo evitando lavoro inutile.
Il grande lavoro di cambiamento in casa e' finito ora passo al semiinterrato inscatolo gli oggetti tolti i miei figli li getteranno o li conserveranno io sono pronta al presente
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Ero curiosa di scoprire come sarei tornata a macchina dopo 4 mesi di assenza, di come sarebbe cambiato e se sarebbe cambiato il mio approccio con la maglieria con il mio cambiamento nel vedere la vita.
Le tende ieri le ho montate, tante imperfezioni, potevano essere state imanidate meglio , errori da inesperienza (una sola tenda per il finestrone della cucina 30 anni fa) ma uniche.
Alle 7 ho aperto la persiana, il sole ha inondato (nasce dritto davanti alla finestra) la stanza e' passato attraverso i cristalli del vecchio lamapadario rotto di mia suocera, e mi sono fatta i complimenti per aver avuto l'idea di fare i punti luce alla tenda e mi sono sentita fiera di me.
Non posso girarci intorno mi sono detta, amo mostrare, condividere con gli altri le mie esperienze, mettere a disposizione il mio sapere, ma niente ha uguali all'emozionarsi per quello che crei e ho deciso il mio futuro.
Strano questo terzo tempo della mia vita, nel primo figlia ubbidiente e gioiosa di vivere la mia fanciullezza rispettando le regole, il secondo tempo dedito alla famiglia rispettando le regole sempre degli altri, terzo tempo vivrò rispettando le mie regole e imponendole agli altri per far rispettare i miei spazi e ti alzi leggera e gioiosa nonostante i problemi e gli acchiacchi, sei come i cristalli del vecchio lampadario che sono tornati a nuova vita, sche creano arcobaleni di luce nella stanza, andiamo e' tempo di vivere appieno il mio ultimo atto e giuro che me lo godo fino all'ultimo istante e non ho nessuna voglia di morire in un letto di ospedale ma seduta sulla mia poltrona con le mani in moviemento perchè questa è la mia natura.
Il lungo viaggio del mio tempo ha ancora tanto da raccontare a me stessa però prima che agli altri, solo di riflesso qualcosa attraverserà il web per continuare a mostrare come una passione renda viva.
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Mentre rullavo e coloravo le pareti della mia casa, ho messo a riposo ogni pensiero maglieristico, svanita ogni voglia di mostrare cosa si può fare con una macchina, avevo raggiunto il culmine anche nella mia passione.
Quando ho montato le tendine nuove al soggiorno, una stanza diventata ariosa e piena di luce mi sono sentita soffocare, tanto lavoro e 4 metri di stoffa mi toglievano il piacere, non esisteva proprio che io soffocassi in quello che mi era costato tanto sacrificio fisico e di denaro.
Di necessità virtù, le stesse tende in colori diversi nella stanza dedicata al pc erano ideali, in soggiorno no.
Contro ogni mia aspettativa sono passata sulla macchina, Passap per forza nel semiinterrato e' ancora impensabile per i miei reumatismi lavorare.
Una sfida che mi ha impegnato tutta la settimana, mi sono fatta 2500 passate di carrello (e ne mancano ancora 500),spostando la manopola ogni 2 giri con un'attenzione al destra sinistra che se ti sbagli butti il lavoro, che però mi ha ridato il piacere di fare.
Uncinetto alla mano, bordi di rifinitura, sali sulla scala e prova il primo telo, non era quello che volevo, l'idea scatta da un ricordo antico, una tenda all'uncinetto di quasi 40 anni fa in cucina e così acqua e vinavil hanno risolto il mio problema.
Dure, rigide cadono forse un centimetro in meno rispetto ai lati del vetro (non avevo calcolato che l'inamidatura avrebbe ristretto tanto) ma sono come le volevo non mi tolgono niente e mi permettono di respirare appieno il sole e la luce che inonda la stanza diventata snella e senza tanti oggetti.
Devo molto a queste tende perchè mi hanno ridato il potere di capire che se sai quello che vuoi nessuno ti può accontentare tranne le tue mani e la tua mente.
Ora attendo che la seconda tenda asciughi ed è fantastico notare come passi dal sono bagnata a 12 ore dopo a sono pronta.
Ho allungato il mio comò coperto i due pezzi di compensato con la carta forno e messo in forma la tenda, un'esperienza creativa unica che mi ha ridato la gioia del creare e sono quasi pronta a montare la seconda e godermi lo spettacolo mentre il primo telo della finestra e' pronto e il secondo ancora da fare, mai fatto tanto uncinetto da anni senza fermarmi mai ogni sera.
Io sono così e non voglio cambiare, amo ciò che esula dagli schemi del visto e rivisto, dell'imposto dal tempo che si vive in ogni campo, la mia impronta la voglio lasciare e non mi faccio condizionare dal " certo sono strane" per me il bello e' in questo che nessuno al mondo ce l'ha e le avrà uguali. Mi riprendo la mia natura di creare per il mio piacere mostrando perchè alla fine a qualcuno possono nascere altre idee.
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Puoi avere tutte le passioni del mondo, ma ci sono momenti che il tuo spirito ha bisogno di nuovi stimoli, di lasciare quello che sembravano certezze e andare verso qualcosa di nuovo.
La necessità di dare un nuovo volto alla mia casa è nato dalla necessità che se è vero che gli ambienti assorbono le emozioni che si vivono nella casa, la mia aveva accumulato una tale quantità di disperazione da soffocarci dentro.
Non immaginavo certo di impiegare tanto tempo, di dover superare il dolore fisico, di togliere infiniti oggetti ma alla fine l'aria che si respira in casa raccolta in un unico pensiero che esprime mio figlio grande ogni volta che entra "incredibile sembra di entrare in un'altra casa", mi trova concorde.
Ho cambiato tante cose cambiando forse io il mio approccio con la vita, o meglio mi sono ripresa il mio spirito prima del dolore, sono in cerca di armonia e pace godendo ogni attimo del mio vissuto che del doman non vi è certezza come si suol dire.
Ho lasciato andare i brutti pensieri sul mio domani credo di aver acquisito fiducia nelle mie capacità di adattarmi ai tormenti della mia mente, tanto nessuno sa cosa succede l'attimo dopo, tanti giorni senza pensare nemmeno per un attimo alla mia passione maglieristica.
Non ho proprio avuto le forze per preoccuparmi del mondo della maglieria, c'era un mondo da costruire dove vivere in futuro, lasciar andare il dolore e le lacrime e l'ho fatto a suon di colori e rullate poi anche se ancora in corso la cosa è terminata.
Ho cambiato gli ambienti, tolto oggetti e comprati di nuovi e badando a quanto spendevo, conciliando il mi piace con il posso permettermelo, e' una bella scuola di vita, ma alla fine la casa ha preso nuova vita e in soggiorno ti viene l'idea mentre monti delle tende a vetro che cuci al volo.
Tanta fatica, un buon risultato meritava un'attenzione in più che delle tendine così anonime, lino grezzo non trattato arrivato con uno stock una decina di anni fa e rimasto sullo scaffale e si va di prove.
Ecco la sfida che mi riporta verso il mio grande amore, creare delle tende, carine, diverse e sono partita con le prove del punto.
Le tende devono farmi vedere fuori, odio il soffocamento di una tenda che copra la vista sull'esterno, non mi piace fare il topo nel buco e la cosa ti rivela come ami partecipare alla vita, perchè non è infinita anzi molto breve per tutto quello che vorresti fare.
Il punto e' della Passap, capisci subito che e' troppo leggera e va aumentato un capo, hai paura a dover affrontare tanti metri di lavoro, ma nessuno mi corre dietro ci metto un po' ma intanto programmo il mio ritorno nel web e nel reale.
La nuova vicina mi ha chiesto se esercito ancora il mestiere nonostante l'età, mi è venuto da sorridere ha solo una decina di anni meno di me, e non credo che possa capire cosa ho creato nella maglieria, per lei probabilmente sono un'anziana signora china su una macchina che smacchina capi, ma io non sono questo e la macchina non e' questo per me.
La macchina l'ho sempre detto è un'espressione di me che scorre nel mio sangue perchè mi meraviglia ogni volta, mi costringe a studiare a sfidarmi, a mettere in pratica un'idea, io eserciterò fino all'ultimo mio respiro tanto nel web se non finisce prima del mio tempo come nel reale, non è per tutti la macchina, ognuno esprime un modo di usarla a me piace il mio che non mi annoia mai che mi fa sentire bene e cancella ogni preoccupazione per qualche ora quindi partiamo dalle tende e poi inizio il ritorno a macchina e credo che anche lì ci saranno incredibili soprese per me!
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