Un vestito per guarire 
Lo sai bene mentre tessi che della tua vita, quella che conoscevi bene, non e' rimasto quasi nulla.

Non e' un lamento, ma una constatazione di fatto.

Tessi, fai pezzi a macchina, uncinetti e preghi perchè tu ritrovi la gioia di alzarti la mattina senza sentirti schiacciare dalle responsabilità che sono diverse dai doveri. I doveri puoi glissarli le responsabilità no.

E così presa dallo sconforto dei pesi che devo portare, tesso come una penelope del 2000 ma non disfo la tela di notte perche' non attendo nessuno e niente cerco solo di crearmi spazi in cui vivere bene.

Dovrei essere molto preoccupata e realmente lo sono, sono sola in un tempo che sarà sempre più complicato fisicamente, non vedo il sereno ma tesso come se nei fili colorati buttassi via tutte le paure.

Bella l'onnipotenza della gioventù, quassù cominci a pensarne troppe e non sono belli i pensieri ma tesso!

E piano piano mentre il vestito prende forma anche i miei pensieri cambiano se mi convinco che e' finita lo sarà sul serio, se mi convinco che ci sono poche speranze per il domani non avrò un domani con le sue bellezze e quindi dandomi della cretina continuo a tessere non aspetto ma mi dò ordini imperativi di uscire dalla profonda malinconia che mi attanaglia e tesso.

Risveglio sia quel che sia non posso farci molto per fermare quello che mi circonda ma devo ritrovare le energie per me per star bene con me e tesso!




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Un vestito a telaio 
Datemi un filo e qualcosa mi invento. Prendo spesso un filo tra le mani fa parte della mia vita. I primi fili li usavo con l'uncinetto da bambina quando non c'era l'obbligo di fare mille cose a settimana e la noia (anche della condizione di essere femmina in un tempo che era tutto un no genitoriale) ti prendeva tutti i giorni.

I primi fili me li ha regalati un'amica di mamma maglierista che faceva sempre le solite 3 cose ed io sono cresciuta pensando che una maglierista sapesse fare solo un golfino a V o a giro collo, 3 trecce, aperto o chiuso e quello era tutto per lavorare.

Pensandoci bene i fili hanno cercato me e sono loro grata perche' mi hanno fatto conoscere un mondo particolare e con l'uncinetto da bambina, poi da ragazza giovane hai creato tante cose per abbattere i momenti di noia quando tu eri già convinta che con le mani ferme non sapessi stare.

Con la macchina mi sono sfidata da adulta e poi e' arrivato lui il telaio "Ugo" come lo chiamo io, perchè se dai un nome alle cose sembrano diventare cari conoscenti.

Mica voglio diventare una tessitrice ma avere un ulteriore conoscenza dei fili e del colore mi intriga eccome se mi intriga.

La vita e' tutto un problema quotidiano, tutto un dolore di crescita da adulto, non c'e' più la noia ma se non ci fosse un filo a rallegrarmi l'anima sarebbe tutto un dovere in attesa della morte.

Non si vive di doveri di immagine pubblica, si vive secondo me di passione, quella che è una scoperta del tuo io vero, quello oltre la famiglia, il lavoro, i doveri ed anche i lutti della vita.

Diciamolo apertamente vivere non è una passeggiata e più si va avanti negli anni e più difficile diventa ma c'e' un filo che rallegra la mia esistenza.

Ne ho tanti di fili, intere rocche, solo guardarli mi entusiasmano sembrano che attendino che io dia loro vita perchè se un filo non si anima resta un filo.

Per oltre un decennio internet complice ho giocato nella rete con i fili ho trascinato tante persone nel gioco di facciamo nascere qualcosa e poi il bisogno di altri mezzi per ampliare la maglia a macchina.

Io sono uno spirito libero, devo fare quello che sento e voglio almeno con i fili e il telaio ed io abbiamo una sfida in corso.

Sto prepparando un paio di teli quanto la larghezza del telaio circa 56 cm e tesso con qualche errore da principiante due teli che formeranno la parte centrale di un vestito, una volta finito mi aiuterò con pezzi a macchina a costruire il modello, molto semplice lungo fino alle caviglie con manichina corta su una signora ben fatta nelle misure ma oggi farebbero storcere il naso perchè non sono quelle di una sardina.

Amo il mio corpo che porta a spasso il mio spirito, che è la fusione di tanti dna nella storia di famiglia, amo il mio morbido involucro che racchiude un mondo di emozioni, ogni tanto mi ricorda che invecchia ma ci pensa lo spirito ed un filo a dirgli di non mollarmi.

L'influenza e' stata tenuta a bada dalla voglia di sfidarmi sul telaio, oggi finisco il secondo telo e poi inizia la sfida di costruire il vestito, quando ho un obbiettivo a quello miro e non vedo altro.

Pensavo che tessere fosse oltre modo faticoso ed invece svuota la mente, giro dopo giro, passata dopo passata ti sembra un miracolo che sei tu a farlo...obbiettivo del telaio ampliare le mie conoscenze nel mondo dei fili, unire le varie tecniche in un caledeoscopio di esternazioni di idee.

Mi guardano strano a casa mia, mica capiscono sono però rassegnati e mentre il mondo fa paura e la rabbia prende il sopravvento sul quotidiano perchè oramai siamo prigioniere del possedere per mostrare quanto si vale, a me piace ancora stupirmi con le mie mani.



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Il potere della parola 
Pensavo ieri che siamo strani noi italiani, dateci due parole straniere di cui non sappiamo minimamente il significato e riempiamoci non solo i tg ma anche gli hobby e tutto sembra magnifico.

Parliamo e sappiamo scrivere una delle lingue più belle e ricche di sinonimi e espressioni anche nella costruzione della frase che nessuno al mondo ha, ma sono sempre più belle le parole degli altri e poi capisci perchè nessuno ti rispetta come popolo, invidiati per la grande intelligenza, per essere un museo a cielo aperto ma poi ci perdiamo nell'usare quello che e' di altri popoli, sarà dato che tutti adoravano venire da noi nel corso dei secoli.


E mentre preparo il campione e i conteggi per un modello a Kimono mi soffermo su questo... che vuol dire modello a kimono?

Kimono letteralmente indica cosa da indossare e' l'abito in poche parole, a forma di T che veste sia l'uomo che la donna giapponese e che diavolo c'entra mi sono chiesta con la lavorazione trasversale di un modello di maglia?

In teoria c'entra perchè i primi modelli a Kimono erano molto ampi nella manica fino a raggiungere il punto vita e ricordavano un po' le larghezze delle maniche dei Kimono. Ma e' sbagliato il nome mi sono detta, non rende merito ad una lavorazione che ci lascia liberi di costruire in verticale modelli molto ampi per taglie molto forti e che ha però come limite la lunghezza determinata dal tipo di filato, dal punto e dal numero di aghi della macchina.

Quello che possiamo guadagnare in larghezza lavorando da manic a manica lo perdiamo in lunghezza e ci costringe anche ad aver bisogno di mettere un bordo in seguito.

Ma la terminologia e' sbagliata nei miei modelli perchè non c'e' niente che parli di larghezza della manica che invece rispetta il normale scalfo...serve una terminologia nuova, magari straniera così colpisce di più.

Nel frattempo continuo ad utilizzarla perchè mi piace molto ed e' comodissima per portabilità sia a manica lunga che a manica corta...poi la parola mi verrà!



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Il potere del punzone 
Ci vorrebbero a disposizione centinaia di anni per riuscire a fare tutti i punti che una piccola artigianale può fare e si aprirebbero nuove costanti scoperte e servirebbero altri centinaia di anni per provare ancora, questo e' il bello della maglieria e di una macchina.

Se scoppia la passione si va avanti per curiosità costante e quando poi scopri che con un semplice punzone sei libera di fare come vuoi e costruire o dare vita a schemi di punti diventa una specie di droga creativa.

Quando sono in sofferenza, quando i tanti pensieri si accavallano, quando le paure sembrano ingestibili dalla razionalità, trovo molto rilassante un letto di aghi e un punzone.

Io appartengo alla categoria, c'e' tanto da imparare e questo mi aiuta in tutti i frangenti ma niente e' liberatorio come costruirsi da sola il proprio modello inserendo quello che vuoi quando vuoi con un punzone.
, veloce e mi sono accorta invece che più scrivo e più c'e' da raccontare.
La nuova guida parla di traforato - lace, pensavo che fosse una cosa semplice

Per scrivere, l'ho sempre detto, mi serve la motivazione, che il guadagno non giustifica la fatica. Le prime guide erano per aiutare ad entrare in un mondo meraviglioso ma piuttosto complesso, poi mi sono fermata pensando che tutto sommato il resto dipendesse da chi si addentra nel mistero della maglia a macchina, ma non e' così.

Volevo fare una guida semplice sui punti tanto per dare un'infarinatura sulle potenzialità della macchina ed invece da oggi riprendo a mano per singoli punti la guida.

Non sto bene, fisicamente e spirutualmente ma aiutare chi magari fra vent'anni ritroverà una macchina abbandonata e qualche mia guida mi fa tanto piacere e mi apre a nuovi progetti.

Traforato manuale e automatico, ogni parola che scrivo serve una conferma su macchine diverse ed e' un lavoraccio ma da oggi ci metto mano seriamente e via verso nuovi progetti e accarezzo anche Esercizi pratici 2 dedicato dopo il primo al campione applicato a modelli alle gonne perchè se vuoi fare vestiti ma anche cappotti ti servono le regole delle gonne che saranno fuori moda ma sono un fantastico campo studio e fra vent'anni forse a qualcuno serviranno.

Tante macchine saranno chiuse nel prossimo decennio, una serie di guide e un manuale forse impediranno quando io non ci sarò più che vengano distrutte...lavoro per la mia eredità sperando che molte persone pensino che il mio lavoro sia valido e lascino la loro macchina al futuro con tante parole che aiutino a mostrarne l'infinito delle possibilità che hanno.

Piena di speranza iniziamo il 2018 maglieristico!





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La strada e' mia 
L'iilusione che quando mettiamo al mondo un figlio sia cosa nostra come si pensa di solito, colui che vivrà secondo i nostri dettami, inculcheremo le regole secondo le quali si farà si che abbiamo costruito un buon cittadino etc etc.

Le regole cambiano se e' un maschio o una femmina, chiare e precise e guai a ribellarsi, così e' stato per millenni a nessuno e' venuto mai in mente che una nuova persona e' tutta nuova, non il prolungamento del generatore di vita.

Secondo me il buon genitore e' quello che aiuta a scoprire quali sono i doni, asseconda o ferma a seconda del momento ma fondamentalmente sostiene ogni passo del figlio.

Io ero femmina in un tempo di crescita in cui al maschio era concesso tutto o quasi ma al sesso femminile venivano imposte regole chiare e precise di comportamento che la società richiedeva se volevi essere un buon genitore e una brava figlia.

Ci passi una vita a fare la brava figlia poi la brava moglie secondo i dettami del tempo in cui vivi e poi ti ritrovi sola.

Niente marito o genitori a cui rendere conto di ogni tua azione, non hai più osservatori della tua vita.

Appena morto mio marito e per svariati lunghi mesi prima di ogni azione mi chiedevo se sarebbe stata approvata o meno, e modificavo il comportamento in base al giudizio che sapevo bene quale fosse.

Ho impiegato 5 anni prima di fare le cose senza chiedere l'approvazione di qualcuno non più visibile, e quando pensavo di aver raggiunto un certo grado di autonomia, l'ultimo genitore muore ed io ho pensato per giorni che avrei dovuto ricominciare tutto.

La febbre mi ha impedito di pensare poi e' passata e mi sono trovata libera.

Dice e l'ho scritto altre volte che spesso le vedove muiono perche' non sanno affrontare la libertà, perchè non ci sono abituate ed e' il motivo per cui i vedovi velocemente spesso si risposano... la gestione della libertà come persona libera dal giudizio della crescita nel corso del tempo.

Io non ho avuto paura della mia libertà e nemmeno di quella genitoriale e quindi con la consapevolezza che tutto e' servito a farmi diventare quella che sono e' tempo di vivere serenamente con me per me.

Il telaio lo volevo per capire come si vivrebbe se le macchine non fossero state inventate a tessere tessuti, un salto nel passato, bello, bella la mia casa d'infanzia dove ho fatto un passo indietro da sola per scoprire quanto importante fossero le mie radici oggi.

Il telaio e la casa di nascita sono il passato possono convivere ma sono nel mio presente proiettata nel futuro perchè la mia strada e' ancora ricca di esperienze da vivere. Il passato può funzionare ma non tornare, con il telaio ci gioco, la vecchia deliziosa casa sarà lì a ricordarmi un tempo passato ma io parto me ne vado nel futuro o meglio metto un passo dietro l'altro verso il mio futuro.

Per guardare avanti e percorrere al meglio la propria strada vanno lasciati andare i ricordi, tutto ha il suo tempo meglio non sprecarlo a cercare di ricreare palliativi di un già vissuto!

Partiamo per un 2018 tutto da scoprire e' come l'ordito del telaio mica sai che ne nascerà !



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