Le mani in movimento 
Pensavo ieri che la tecnologia e' una gran cosa, mi fa pagare senza muovermi da casa, mi fa arrivare la spesa a casa, mi solleva da un sacco di problemi, mi ha permesso di riaprire un mondo scomparso ma non mi procura il piacere di vedere quello che la mia mente chiede alle mie mani.

Non sono diversa da chi passa ore per un video gioco e' una dipendenza anche l'uso delle mani nel creare oggetti ed e' così profondo il piacere che tutto il resto passa in secondo piano e lo sanno bene coloro che le usano.

Mi sono anche detta che tutte le creazioni antiche manuali scompariranno come lo spazza camino ma io ho avuto il piacere di poterne usufruire e quietamente ringrazi la te bambina affascinata dalle mani della mamma della tua amica che faceva volare sul filo un pezzetto di metallo e creava meraviglie.

Mi insegni come si fa? Tu guarda e piano piano imparerai, non ti insegnava nessuno e così appena puoi ti fai comprare una rivista di uncinetto e un uncinetto nella piccola merceria del paese e inizi da sola, se non ti spiegano tu vuoi capire.

Oggi sono in grado di spiegarlo agli altri e lasciando la maglieria andare creo il primo video corso a livelli per salvare l'uncinetto nei tempi prossimi futuri...vuoi conoscere l'uncinetto?





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E li chiamano centrini 
Ma davvero ti rimetti a fare i centrini di una volta ma oramai che senso hanno in una casa, fanno tanto inizio secolo scorso.

Il centrino nasce per abbellire angoli, sopratutto serviva nelle sere d'inverno a rilassare le menti delle donne e ma sopratutto erano centimentri in meno da spolverare per un po' di tempo e vuoi mettere presentare un caffe' ad un'amica su un piccolo capolavoro la gioia che procura?

E così in un tempo difficile dell'umanità intera passo dai centrini all'uncinetto a a quelli a macchina, esperimenti creativi che mi rendono serena la giornata anche quando prenderei i potenti della terra e avresti voglia di dire da donna umile del popolo che lavora per rendere migliore la vita su questa terra " ma che caççççç state a fa?".

Non si puo' aspettare che il mondo cambi se non cambia il cuore di ogni singolo individuo, io non vado via con la coscienza sporca, e' l'unica cosa che probabilmente sopravviverà se gli scienziati hanno ragione e quindi un centrino diventa la mia rivoluzione di bellezza ai miei occhi, pulisco il cuore la mente e per qualche ora le brutture create dalle azioni di molti diventano poesia per la mia mente.

Animo guardiamoci dentro chiediamo come possiamo salvare il mondo con i nostri gesti e andiamo avanti sereni e in pace con noi stessi tanto tutto e' destinato a finire in pochissimo tempo ma le nostre opere restano parlano per noi. Non importa se piacciono agli altri devono renderci sereni e pronti ad altro come motore di energia personale.

Non e' malato il mondo e' malato ognuno di noi dedito ad aspettare il cambiamento che avviene solo dai nostri gesti e quindi mi animo all'ultimo respiro manca tanto tempo ma non ho intenzione di sprecarlo.



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Accogliere 
La domanda me la sono posta mentre un filo d'aria entrava nel silenzio della sera, ma tu vuoi vivere sulla poltrona facendo l'uncinetto la sera o vuoi brillare per come sei nell'ultimo tuo tempo ?

Eh già una vita ad attendere il meglio secondo te e non vai da nessuna parte, prendi in mano quello che sei, accogli quello che ti riserva la vtia, tanto lei scrive il tuo futuro solo con i tuoi passi e vai.

La macchina e' stata messa su un tavolo con le rotelle da portare dove c'e' aria più fresca nel pomeriggio assolato e noioso, non posso attendere l'aria più fresca, non posso stare ad attendere un'altra ondata del virus o qualunque altro imprevisto.

Una cosa la so, la macchina, l'uncinetto, le mille cose che mi piacciono mi fanno raccontare storie ogni giorno e non mi annoio mai, cervello in movimento, mani pure e si accoglie quella che sono oggi come il sole a luglio o la neve a dicembre, il resto fa parte del gioco del vivere e siccome resto dell'idea che niente e' più meraviglioso del poter essere in questa vita ho deciso di splendere nella mia semplicità fuori dal tempo ma credo valida in ogni tempo.

La tristezza viene dal non poter essere quello che si sente dentro, prigionieri nei doveri e spesso nel non avere la forza di essere come sei per paura del giudizio degli altri.

Chi l'ha creata la regola che dobbiamo essere come gli altri vogliono o arriva la punizione e il rifiuto?

Il viaggio in questa vita e' singolo, nessuno potrà mai somigliare minimamente ad un altro perche' ognuno e' un pezzo unico, una storia a se, non so se ci si arrivi con il bagaglio di altre vite ma spesso penso che sia davvero tutta una prova per diventare da crisalide a farfalla.

Sono troppo piccola per la filosofia spicciola ma una cosa la so, la storia e' la mia e la vivo secondo me che non mi va di rinascere crisalide ancora. Ognuno fa i conti con la propria storia ma appena capisci che e' la tua di storia e non importa quanti anni hai si puo' decidere di uscire dal bozzolo!

Una vita ad aver paura di non essere come gli altri si aspettavano per non essere giudicata male e poi capire che se non sei come senti di essere il viaggio in questa vita e' stato uno spreco di tempo...inizio un passo alla volta anche con cattiveria da difesa se serve ma con me e per me.



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Dal Passato 
Alle volte per capire il perche' delle cose o di una scelta di vita che non comprendi nel presente, basta fare un passo indietro nel passato.

Il mio rifiuto di mettere mano al sito nuovo nuovo, ad un'idea che puo' accompagnarmi negli ultimi anni e lasciando qualcosa di valido di me agli altri, proprio non lo capivo e mi sono chiesta il perche'.

Avevo capito che mi e' stato fatto male nei social che molti si sono scagliati contro di me semplicemente perche' donavo senza chiedere a tutti senza distinzione anche quando sapevo che quello che donavo veniva usato per farsi grandi.

Realmente ci e' voluta una chiacchierata telefonica con un figlio per capire che veniva da lontano il mio rifiuto.

Ero brava a scuola non una secchiona perche' la curiosità mi portava a sapere e purtroppo a primeggiare e alla fine diventi antipatica ai compagni e ammettiamolo all'insegnante che le troppe domande scuotevano anche loro.

Quando ti mettono da parte capisci che devi fare un passo indietro se vuoi restare nel gruppo, mai un gradino sopra, mai un gradino sotto.


Nella maglieria e' andata ugualmente alla fine sei diventata antipatica perche' continui a studiare e a superare i tuoi limiti e questo ti rende agli occhi degli altri un bersaglio perfetto e ti fai da parte.

Il tempo che mi rimane e' poco, ho vissuto ma quella frazione di tempo che mi rimane mi ha fatto chiedere se voglio giocare di rimessa anche l'ultimo tempo o fregarmene dei limiti degli altri e sceglierti le poche persone che hanno la tua visione di studio, sacrificio e sfida con se stessi.

Ci sto ancora pensando che quello che sceglierè dovro' crederci e sopratutto deve rendere gioiosa la mia giornata.

Intanto ringrazio per i doni, per come sono, per come sto vivendo l'ultimo tempo della mia vita e intreccio fili.





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La maglia ai ferri 
Le mani in movimento delle sere invernali di mia madre le ricordo bene, quei ferri andavano velocissimi mentre cercava di guadagnare poche lire nel creare piccoli capolavori che andavano ad arricchire la signora che nel paese aveva portato il lavoro in maglia in serie.

Non lo capivo tutto quel lavoro per 300 lire nel fare un pullover ( il costo di un pacchetto di sigarette allora) per far star bene una sola persona che si occupava di portare la lana a casa e poi veniva a riprenderlo.

Qualche anno dopo in una boutique di roma l'ho visto uno di quei modelli a 30 mila lire con scritto fatto a mano in bella vista.

Ho iniziato ad odiarli allora, i ferri per me sapevano di sfruttamento, di approfittarsi delle necessità della gente, anche se realmente mia madre era molto felice di crearli.

Non avevo capito molto della vita nei miei sedici anni fatti di ribellione allo sfruttamento delle persone, non capivo allora come qualche soldo facesse sentire mia madre libera di averli e gestirli.


Il mio odio per i ferri e' rimasto, troppo lenti e troppo angoscianti e per questo con il mio sangue perso in un incidente stradale mi sono comprata la macchina della maglieria.

Il futuro cammina sempre nelle nuove leve che non capiscono il presente ma vedono per loro il futuro.

Ieri ne ho trovato un paio in un cassetto avranno avuto 25 anni mi ero anche dimenticata che esistevano e complice il caldo ho testato quanto mi ricordassi delle poche volte che per far contenta mamma li avevo presi in mano.

Avvio senza tubolare, legaccio, coste grane di riso un 10 centimetri per vedere su 30 maglie se avevo superato il rifiuto, mi ricordavo tutto, la memoria fotografica e' stato sempre il mio punto forte, la cosa peggiore e' stata rendermi conto che passavo il filo fra le dita come mia madre e mi sono intenerita nel ricordo ma non sono andata oltre conosco l'arte e per ora l'ho rimessa nel cassetto, non fa per me e sono tornata sull'uncinetto a finire i centrini che userò come abbellimento della mia tavola nei giorni di festa.

Sono felice ( si fa per dire) che nell'80 il pazzo si schiantò con la sua macchina addosso alla nostra ferma ad uno stop, con i pochi soldi perche' la mia vita non valeva niente visto che ero una casalinga ( la regola non e' mai cambiata anzi e' peggiorata esisti solo se produci), ho incontrato la macchina della maglieria e di quella non mi sono mai pentita.

Ma una cosa di ieri mi ha colpito la mia totale ribellione allo sfruttamento degli altri per pochi soldi ed e' notevolmente peggiorato nel mondo da allora.

Il rispetto per l'altro oggi non esiste più, accentrato sul voglio io tutto e subito, l'altro lo usi se puoi e senza nemmeno tanta educazione e capisco all'improvviso cosa blocca tante cose nella mia vita e averlo scopero mi porta a cercare una soluzione perche' in fondo niente succede per caso e anche i ferri da calza possono essere i complici di un'apertura mentale.

Ho messo la doppia frontura alla passo 3 KR 230 filati grossi senza scheda, non ritrovo il manuale, l'ho scaricato in inglese tanto mi servono le immagini. Conosco oramai benissimo la lavorazione in prima frontura di una macchina che mi hanno regalato quasi per forza perche' per me ricordava i ferri come lavorazione e l'ho rifiutata agli inizi poi me ne sono follemente innamorata e ora voglio conoscere il suo linguaggio tutto perche' per la mia età e' l'ideale, aghi grossi , maglie da chiudere quasi immediate punti che nessuna altra macchina puo' fare, sono i miei ferri del domani.

Ringrazio la vita che non mi fa mai essere sazia di conoscere e sapere. Non dimentico che il virus c'e' che sta uccidendo ancora nel mondo e la mia estate la passo al sicuro conoscendo una macchina chissà che ancora una volta non mi salvi la vita come negli anni bui passati.

vado ho un nuovo mondo di punti da scoprire che condividerò con gioia perche' oramai e' chiaro per me che l'unica cosa che mi interessa veramente e' sfidarmi.



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